In questi giorni si parla tanto di Affido, un tema solitamente poco chiacchierato ma che è tornato alla ribalta, purtroppo, per l’inchiesta “Angeli e Demoni” che prosegue in Emilia-Romagna.
Come Associazione, abbiamo già preso posizione parlando in questo articolo di come molti assistenti sociali (non tutti) non facciano il proprio dovere, ma anzi compiano degli abusi nei confronti di famiglie e bambini, i soggetti che andrebbero invece maggiormente tutelati.
La nostra voce si è unita a quella di tante realtà che vogliono maggiori controlli sull’operato dei servizi sociali, ma chiediamo anche che, sulla scia dell’emotività per questo caso, non si cada nel rischio di generalizzare e demonizzare un istituto importante come l’Affido.
L’articolo scritto dal nostro Presidente Riccardo Ripoli è arrivato fino a Vita.it, magazine dedicato al racconto sociale, al volontariato, alla sostenibilità economica e ambientale e, in generale, al mondo non profit, che ne ha chiesto una versione più approfondita, pubblicata ieri sul loro sito.
Leggi l’articolo completo: “Servizi Sociali Deviati: ci vuole una commissione indipendente che vigili sugli affidi” di Riccardo Ripoli
Nell’articolo Riccardo amplia l’analisi sulla situazione attuale del mondo dell’affido ed inserisce delle proposte per migliorarlo.
Si sofferma sulle cause che spesso portano molti di questi istituti a fallire, ad esempio la solitudine in cui vengono lasciate le famiglie affidatarie una volta arrivato il minore: questi Bambini hanno spesso alle spalle situazioni complicate dove hanno subito violenze e abusi e la loro accoglienza in una famiglia nuova non è cosa facile, serve un supporto continuo ad entrambi.
“Il sostegno psicologico è quindi indispensabile in ciascun caso di affidamento per tutti i soggetti interessati, ma molto spesso è negato per mancanza di fondi o per eccesso di impegni dello psicologo incaricato.”
Riccardo Ripoli parla anche della necessità di avere maggiori controlli sull’operato degli assistenti sociali, spesso considerato insindacabile. Per questo, propone la creazione di una commissione indipendente e imparziale, composta da membri esperti nel campo dell’affido ma provenienti da ambienti diversi; questo ente deve essere concepito con la libertà di poter svolgere le opportune verifiche con i servizi sociali interessati, sottoponendo le proprie conclusioni al Tribunale dei minori di competenza e/o alla Procura della Repubblica se si ravvisino abusi perseguibili penalmente.
“Un organo di controllo siffatto non avrebbe il potere di decidere l’allontanamento di un minore o il suo rientro nella famiglia di origine, che spetta al Tribunale dei minori, ma l’esclusivo potere di svolgere indagini per valutare che tutto sia avvenuto seguendo l’irrinunciabile principio della miglior tutela del bambino.”
Serve una grossa rivoluzione e serve una forte volontà politica per attuarla, ma di sicuro dobbiamo sensibilizzare e tenere alta l’attenzione su questo tema se vogliamo che anche la politica se ne interessi seriamente.
“Non aiutare un bambino oggi significa sottoporlo al rischio di diventare con buona probabilità un delinquente domani, con il non trascurabile aggravio, anche in termini economici, dei riflessi negativi per la società (ospedali, SERT, carcere, figli a loro volta problematici). E questo non deve accadere.”