Da tanti anni ogni sera ci riuniamo con i ragazzi che accogliamo per parlare con loro.
Ogni giorno un argomento diverso. Può essere qualcosa proposto da loro o preparato prima da noi per portarli a sottolineare un determinato aspetto della vita, della nostra quotidianità, della cronaca. Ogni argomento è valido per parlare, dialogare, confrontarsi.
Non sempre i ragazzi sono entusiasti di interrompere la partita di pallone per stare seduti a fine giornata un quarto d’ora, ma quando iniziamo a parlare con loro alcuni si aprono, si entusiasmano del problema, portando anche altri a partecipare più attivamente.
Non tutti i giorni è così. Talvolta sbadigliano, talvolta non ascoltano, dipende anche da noi adulti, dall’argomento trattato, ed ogni giorno non è uguale agli altri, ma nel complesso il parlare ha una valenza positiva perché è un modo per confrontarci, crescere, noi e loro, conoscersi meglio, donare loro valori e principi, farli riflettere e stimolare su tematiche del mondo che dovranno prima o poi affrontare.
Parlare con loro è meraviglioso e fonte di gioia, anche se costa a noi adulti molta fatica proprio per far nascere ogni volta il desiderio di ascoltare e dialogare.
Parlare, questo grande sconosciuto! Oggi ci si lascia per mancanza di dialogo, in macchina ci si isola con le cuffie alle orecchie, in casa con i videogiochi, persino al ristorante ognuno è intento a guardare la realtà attraverso il vetro di un telefonino.
Parlare tra noi, parlare con i figli, parlare a scuola con gli studenti.
Parlare non è mai un errore. Parlare non ha età. Parlare è dialogo. Parlare è trovare insieme soluzioni a qualsiasi problema o difficoltà. Parlare è sostenersi nel momento del dolore.
Parlare è una ricchezza, non teniamola chiusa nei meandri della nostra esistenza.
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Parlare. Parlare. Parlare. Questo è il modo per restare uniti.